Chi è Mario Polidori?

Pubblicato il da mariopolidori

  

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“La reputazione ti toglie la libertà,

aspetta di essere vecchio per fartene una,

oppure, se hai fretta,

scegli di avere la reputazione

di chi non ha una reputazione.”

Mario Polidori

 

 

 

   


L'Ego.

Non posso sopportare di sentire la mia anima macerarsi, fino ad avere la sensazione che si dissolva nel nulla, i pensieri che si intrecciano e contorcono, si accartocciano e annaspano, per restare aggrappati alla speranza di servire a qualcosa, non voglio essere un parassita, datemi in pasto ai maiali piuttosto.

Ma non mi accorgo che sta già succedendo, sono un nuovo Prometeo, anch’io vengo divorato di giorno dai maiali e di notte mi rimargino, rinasco, scrivendo, anch’io devo aver rubato il fuoco.

E continuo stolidamente a sorprendermi, di un’amara sorpresa che frequento via via, scivolando lentamente verso una vecchiaia che prende sempre di più le sembianze di una beffa.

Non esisto, perché racconto storie poco interessanti, faccio cose “preistoriche” , e stasera è una sera come tante  altre, come tutte ormai, in cui devo mio malgrado sopportare di consumare il tempo, una volta di più.

Dedico tutte le energie al lavoro, cercando di farlo nel miglior modo possibile, e dovrei scegliere di farlo peggio, per poterlo mantenere.

Avrei potuto fare molte cose e invece ho scelto di scrivere, di mantenermi in vita per poter scrivere, per farlo bene, per essere cercato.

Sono cresciuto pensando che fare una professione, un mestiere, farlo bene era la via della fama, del riconoscimento, ma la mia era la generazione “del fare” e siamo tutti rimasti fottuti, perché adesso è il mondo “dell’apparire”, non più “del fare”.

Non sopporto più nessuno, ho amici scelti, evito la folla, eppure i periodi più belli della mia vita sono stati quelli in cui lasciavo che almeno il mio corpo stesse in mezzo alla gente, ero bravo, lasciavo che si apprezzasse di me l’aspetto, non altre ricchezze, e questo mi dava vita, successo, relazioni.

Poi ho deciso di mortificare la mia forma per apparire più affidabile, meno vacuo, dandomi una vita più interessante, fatta di concetti pesanti, di cultura, pensando di cancellare la mia superficie. Ma addosso a me, questo vestito, non va bene, ho una faccia da stronzo, non sono abbastanza brutto per passare per una persona perbene, così non funziono, non mi crede nessuno, devo sporcarmi, devo essere sporco, per diventare umano, riconoscibile, affidabile. Devo stare in superficie se voglio andare in profondità.

E' così che ho scritto un libro bellissimo, che non ha letto nessuno, soltanto perché non sono nessuno e perché l’editore fa schifo.

E allora ho deciso di riprendermi il mio, sfruttando l’unico vero talento che forse ho: parlare con la gente, farmi voler bene.

Come ho fatto a sbagliare così tanto a vendere me stesso?

E’ un gioco difficile, a cui non ho ancora imparato a giocare, ma posso rifarmi, posso ancora farcela.

Ma non voglio parlare con tutti, non con gli uomini, che sono noiosi,  prevedibili, frugali, non con le donne, perché non le capisco. Mi piacciono, le amo, hanno una fantasia di cui si può godere, quella che non hanno gli uomini, ma sono tutto ed il contrario di tutto allo stesso momento, nello stesso istante, con una scusa plausibile, ed il loro è un mondo in cui tutto è possibile e non deve esserci soluzione, altrimenti sarebbe inutilmente prigioniero della matematica.

Non so ancora con chi voglio parlare.

 

Mario Polidori


 

 

 

 

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